mercoledì 14 maggio 2008
Ultimo e la motocicletta
Spoiler ---> Questo pezzo è tratto da una pagina di "Questa Storia" di Alessandro Baricco
... Ultimo guardò il cielo per vedere quanto mancava al buio. Quando il Baretti si offerse di portarlo in città sul suo biroccio, disse No, grazie, ci vado da solo. E andò a prendere la motocicletta. Lo videro che si metteva gli occhialoni di Lafontaine e si infilava un foglio di giornale sotto il maglione. Qualcuno gli diede una pacca sulle spalle. Avevano tutti la morte nel cuore a vederlo andarsene così, da solo. Ma aveva movimenti da uomo, d'improvviso e nessuno osò fermarlo. Sii prudente, disse una donna. La strada per la città correva diritta in mezzo ai campi. Le ombre erano lunghe e la sera stava rinfrescando. Ultimo mise il motore al massimo e si chinò sulla moto, perché aveva qualcosa da dirle, e voleva che sentisse bene. Le disse che lui doveva arrivare prima della morte, e ce l'avrebbe fata sicuramente se solo lei si comportava bene. Le disse di guardare come la strada aveva deciso di aiutarli e si era messa tutta dritta, perché arrivassero prima. E le spiegò che la bellezza di un rettilineo è inarrivabile, perché in essa è sciolta qualsiasi curva, e insidia, in nome di un ordina elementare, e giusto. E' una cosa che possono fare le strade, le disse, e che invece non esiste nella vita. Perché non corre diritto il cuore degli uomini, e non c'è ordine, forse, nel loro andare. Poi smise di parlare, e rimase a lungo in silenzio, a chiedersi da dove gli venivano quelle parole. ...
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